Recupero Selvatici

collaborazione cras crase

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ilpizza
CAT_IMG Posted on 14/4/2011, 09:11




Ciao, sto cercando di capire quanto potrebbe essere interessante per gli effettivi utenti (quindi gestori in primis ma anche volontari) una collaborazione vera tra cras e crase.
Il tutto per evitare di continuare con le realtà isolate già presenti e con l'obiettivo di creare una rete di informazione vera che possa aiutare nella gestione degli animali, nella circolazione delle notizie loro riguardanti, nel reperimento dei fondi.
Ovviamente sarebbero da cambiare parecchie cose, prima fra tutte la pubblicazione delle nuove metodologie applicate, oggi tenute gelosamente segrete da alcuni, in modo da elevare il livello medio di tutti i centri.

Mi piacerebbe conoscere i vostri pareri, utilizzando questo forum come inizio per una collaborazione vera e costruttiva.

Dr.Marco Pizzagalli DVM
 
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DoN Conoscente
CAT_IMG Posted on 15/4/2011, 10:58




Ciao,
noi del Centro di Bernezzo (Cuneo) crediamo fermamente che una più stringente collaborazione ed un confronto reciproco tra i centri possa migliorare la qualità e l'operatività delle nostre strutture.
A tal proposito, insieme al Centro di Calimera (Lecce), abbiamo lanciato un'iniziativa per costituire un'Unione Nazionale dei Centri di Recupero Animali, in grado di coordinare le attività sia a livello orizzontale, tra i vari centri italiani, che soprattutto a livello verticale, nei rapporti che ci legano alle istituzioni pubbliche [http://www.centrorecuperoselvatici.it/2010/12/unione-nazionale-dei-centri-di-recupero-animali/ ].
Ad oggi, più di una dozzina di centri, sparsi per tutto il territorio italiano, si sono espressi favorevolmente in merito all'iniziativa [http://www.centrorecuperoselvatici.it/2011/03/nuove-adesioni-allunione-nazionale-dei-cras/].
 
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Alessia Mariacher
CAT_IMG Posted on 18/4/2011, 10:32




La mia personale opinione è che ci siano prima delle questioni di fondo non aggirabili, da risolvere come premessa per qualunque cambiamento e crescita dei centri.
Ovvero:
1) normativa adeguata che tratti espressamente la tutela della fauna selvatica in Italia (es. all'interno di legge quadro sulla Biodiversità), prevedendo requisiti strutturali, funzionali, sanitari e di personale per i CRAS
2) coordinamento di competenza di un soggetto istituzionale nazionale (es. MinAmbiente o Min. Agricoltura e Foreste tramite CFS)
3) separazione delle attività (e quindi di requisiti, competenze e finanziamenti) tra CRAS e CRASE. Ovvero, i centri per la detenzione di fauna esotica (dove l'acronimo andrebbe dismesso visto che non si tratta mai di "recupero") dovrebbero da soli sopperire alle necessità di accoglienza per animali confiscati e sequestrati senza caricare i CRAS di problemi economici, sanitari e gestionali.
4) Bandi pubblici per il conferimento della gestione in entrambi i casi (sul modello della Regione Sardegna).

Alessia Mariacher
 
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ilpizza
CAT_IMG Posted on 18/4/2011, 16:58




guarda, l'idea era quella di forzare un pò i tempi.
Correggetemi se sbaglio ma nella mia esperienza purtroppo spesso ci si trova davanti ad un tentativo inspiegabile di tenere tutte le conoscenze per sè. Una sorta di gelosia per le esperienze accumulate che di sicuro non aiuta in nulla l'attività dei centri in genere.
Ale, sai meglio di me che per arrivare ad una legge ad hoc ci vogliono gli anni e soprattutto l'intento di qualche politico, e ora come ora da noi selvatici ed esotici sono visti come una noia e non come qualcosa da valorizzare.
Il mio intento è quello di superare le diviisioni oggi esistenti partendo dai centri più piccoli almeno che avrebbero tutti i vantaggi di unire le proprie esperienze e i propri "segreti" così da migliorare in tempi più brevi.
A ruota, se le cose andassero a buon fine, si dovrebbero accodare anche i centri maggiori e più "gelosi" della propria attività per non restare indietro.
La collaborazione con centri zoologici quali potrebbero essere quelli sotto l'UIZA servirebbe per poter dare respiro almeno ai crase e nel contempo per evitare di perdere soggetti importanti nell'ambito del pool genetico in cattività (vedi il caso del bradipo adottato al parco).
Ovviamente l'appartenenza al circolo dovrebbe essere limitata all'utilizzo di alcune linee guida, per le quali servirebbe la parte attiva dei vari utenti (in modo da non fare delle linee assurde e attuabili solo in teoria) e il distacco dal pensiero, oggettivamente presente in alcuni centri, di proprietà verso alcuni animali ospitati di più alto valore biologico.
Banalmente una cosa che pensavo (e che vorrei capire quanto sia possibile applicare) è la specializzazione verso la detenzione/cattura/riabilitazione/reintroduzione di alcuni gruppi di animali.
Per esperienza diretta ho visto degli errori enormi causati dalla fregola di avere nel centro alcune specie più "pregiate", primati in primis ma non solo.
Parlo da esterno e non conosco i problemi pratici, anche quelli inerenti una reale collaborazione. Sento a volte pareri negativi dati dagli utenti sugli altri centri basati spesso su una errata presunzione di sapere tutto (esperienza personale in qualche struttura).
 
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Davide Brugnone
CAT_IMG Posted on 19/4/2011, 07:14




Carissimi amici
ho letto con attenzione le vostre considerazioni in merito alla necessità di creare un coordinamento tra i CRAS affinchè si inizi a parlare tutti la stessa lingua e si possa collaborare all'interno di un progetto condiviso. Mi permetto di entrare a "gamba tesa" sulla proposta, peraltro non nuova, di far rientrare in un grande coalizione alla tedesca anche i CRAS+E e alla fine della giostra anche i giardini zoologici.
Nell'articolo 4 comma 6 della Legge 157/92 vengono delegate le Regioni a emanare norme in merito al soccorso, detenzione temporanea e successiva liberazione di fauna selvatica in difficoltà. Sono quindi le Regioni e, per il loro tramite le Province che devono disciplinare, istituire, gestire e coordinare i CRAS. A questo punto si aprono 2 problemi:
1) Come viene affrontato il problema all'interno di ogni singola regione d'Italia? le Province di una Regione si muovono in sintonia?
2) Come si può creare un coordinamento nazionale?
Come dice la legge, il coordinamento non può che partire da un "alveo" istituzionale. Dal 1977 con legge 968 la fauna selvatica è considerata Res communes omnium cioè un bene indisponibile dello Stato e quindi da gestire e tutelare a cura delle Regioni e Province.............. vedete si riparla nuovamente di responsabilità nella gestione e nelle azioni di tutela. Questa responsabilità non può essere delegata dalla pubblica amministrazione a strutture private, onlus o quant'altro. Tanto più che in un CRAS si intersecano una serie di attività interdisciplinari che coinvolgono oltre ovviamente a noi veterinari anche biologi, naturalisti, tecnici delle Province, delle regioni, Corpo forestale dello stato oppure regionale (come in Sardegna) Servizi veterinari delle ASL, IZS e in generale tutti i portatori d'interesse. Un gruppo di CRAS pur se coordinati, non riuscirebbe mai e poi mai a coordinare tutti questi enti e amministrazioni. Serve una visione GENERALE del problema. Attenzione non dico che sia semplice o facile da raggiungere.
A mio parere e concludo, un coordinamento interregionale o nazionale si può ottenere solo in 3 modi:
1) Il Ministero coordina un gruppo di lavoro nazionale
2) Il Ministero incarica una regiona capofila ad aprire un tavolo tecnico permanente di coordinamento nazionale (alla stregua di quanto sta facendo la regione puglia in materia di danni da fauna selvatica)
3) Il Ministero incarica un istituto di ricerca scientifico come l'Università a coordinare le regioni (in modo analogo al coordinamento nazionale degli spiaggiamento dei cetacei).
L' Unione Nazionale dei CRAS, proposta in questo Forum, rischierebbe di essere autoreferenziale e fine a se stessa almeno che non sia finalizzata ad intenti prettamente scientifici (ma per questo credo nel panorama italiano ci siano già gruppi tipo SIVASZOO SIEF, ecc).
Concordo pienamente con quanto detto da Alessia in merito ai CRAS+E e ai giardini zoologici, pertanto no vi tedierò ulteriormente.
Cordialmente
Davide Brugnone
 
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ilpizza
CAT_IMG Posted on 20/4/2011, 09:45




Quello che vorrei evitare è la costituzione di un gruppo autoreferenziato mangiatempo/soldi.
Sicuramente ad un ordine superiore dovrebbe essere il ministero ad incaricarsi di finalizzare le linee guida in accordo con le leggi vigenti.
Ma secondo me solo in un secondo tempo, per non rischiare di ritrovarsi con linee guida assurde, e problematiche ancora maggiori per i centri.
Parlando da esterno ribadisco che forse mi perdo in problemi e proposte che già avete affrontato e sottovaluto problemi che non conosco però credo che l'uinione possa portare solo a miglioramenti.
Riuscire a partire esclusivamente con un unione anche non ufficiale può rendere pubblico tutto il lavoro che c'è dietro ad un centro e che invece la gente non conosce.
una volta raggiunto un numero minimo di affiliati si potrebbe cominciare a discutere e a proporre.
In germania per fare un solo esempio il governo ha prima interpellato la società terrariofila per poi in un secondo tempo legiferare in modo corretto e scientifico.
La piattaforma, nata dal lavoro di Alessia, già c'è. Si potrebbe implementarla e rednerla più appetibile al pubblico (promozione e divulgazione).
Da parte di alcune figure ci sarebbe anche l'intento di rendere accessibile al pubblico più informazioni (l'utilizzo di una web tv in un primo momento) così da migliorare quello che è il sostegno anche economico.
Fondamentalmente però il primo passo sarebbe solo quello di unire gli intenti e promuovere un'azione comune.. forse la cosa più difficile, abbandconando quelle che sono le logiche interne del singolo centro.
MI sembra comunque che la voglia ci sia.
Da estgerno l'ultima domanda che mi viene è:
quanto sarfebbe difficile mettere in piedi un gruppo di utenti capaci? gente che appunto sappia lavorare in un ottica molto più ampia del proprio centro e magari a volte contro i propri interessi in vista di un qualcosa di migliore?
 
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5 replies since 14/4/2011, 09:11   169 views
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